QUESTO PEZZO DI CIELO (’30)

Sabato 16 settembre
Ore 21.30
Tempio Pausania - Piazza del Carmine
di Valeria Muledda / STUDIOVUOTO

Valeria Muledda / STUDIOVUOTO con: La Rotonda di Tempio, le piante, il vento, e le specie che la abitano, e Angela Antona, Mattea Bianco, Anna Dettori, Simonetta Muntoni, Mariella Pala, Anna Pedroni, Matteo Pedroni, Maria Antonietta Pisano, Giovanni Sorba, Giuseppe Sotgiu, Nicola Vasa.

Che cos’è un carcere e quale relazione si stabilisce tra questo luogo e la città di cui è parte? *Questo pezzo di cielo è un’opera audiovisiva parte dell'omonimo processo partecipato di indagine, ricerca, e creazione condotto da Valeria Muledda / STUDIOVUOTO intorno alla relazione tra l’architettura dismessa del vecchio carcere della Rotunda di Tempio, la città, e gli abitanti.

Il diametro del corpo di pietra della Rotunda fa un cerchio nel cielo, lo segna, lo disegna, come a limitarlo in un pezzo di cielo che ha abitato sopra le teste e i corpi di tutte le persone che hanno vissuto nella Rotonda, ma anche nella città di Tempio. Lo stesso cielo, con tutto ciò che porta. Come vogliamo abitare questo pezzo di cielo, La Rotonda, e la città? Nonostante le sue grandi dimensioni come ogni carcere la Rotonda ha dell’invisibile, ma c’è un presente che scorre dentro, sulle tracce del passato: piante spontanee la circondano e la abitano in alcuni dei suoi spazi, appropriandosene di giorno in giorno, creandone di nuovo. Ispirandosi al tempo continuo e al lavoro costante di vita delle piante, *Questo pezzo di cielo immagina La Rotonda come un giardino nascosto, un organismo plurimo, abitato e ricco, composto di vita, ricordi, e desideri, e da ciò che oggi possiamo forse finalmente vedere come necessario per un nostro nuovo abitare la città ed il vivente. *Questo pezzo di cielo è parte del progetto di ricerca ARCHITETTURE LIBERATE 3.0. Sperimentazioni Audio-Visive per il Patrimonio carcerario storico dismesso. Ricerca: Giovanni Battista Cocco (resp. scientifico), Caterina Giannattasio, Cédric Dasesson, Valeria Muledda, Francesca Musanti, Valentina Pintus, Marco Tanca, DICAAR - Università degli Studi di Cagliari Dipartimento Ingegneria Civile, Ambientale, e Architettura. Regione Autonoma della Sardegna. Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport. Progetti di ricerca e sperimentazione sui nuovi linguaggi audiovisivi e tecnologie audiovisive. L. R. n.15 - 20.09.2006

/// BIO BREVE Valeria Muledda, artista, ricercatrice, radio producer. Si forma nel panorama internazionale del teatro di ricerca e nella prassi artistica di diversi linguaggi e strumenti, concentrandosi sull'esplorazione della relazione corpo-spazio come esperienza estetica e politica. La sua ricerca si concentra su a cosa é abitare, sull’architettura vissuta, e sulla Terra come luogo aperto inter- specie, spaziando tra la perfomance, l’intervento urbano, e la creazione sonora e installativa. Attenta ai processi di trasformazione individuale e collettiva, urbana ed eco-sociale, contamina pratiche fisiche, contemplative, partecipative, sonore e linguistiche, alimentando una rinnovata relazione con il quotidiano e una consapevolezza sempre in costruzione. Il suo lavoro è stato presentato ed esposto in numerose mostre, festival e istituzioni. Combina il suo lavoro di artista con l'insegnamento e la curatela, in collaborazione con realtà, spazi, associazioni, ed istituzioni pubbliche e private. Nel 2012 fonda STUDIOVUOTO, laboratorio aperto di pratiche artistiche e collaborative centrato sul territorio e l’abitare.

/// BIO STUDIOVUOTO STUDIOVUOTO. Laboratorio aperto che mette al centro l’azione dell’abitare lo spazio e la Terra. Fondato dall’artista Valeria Muledda, Studiovuoto nasce dall’esperienza del camminare e dell’attraversare delle arti-azione (teatro, danza, arti performative) e dell’architettura radicale. Al crocevia tra arte, ricerca e attivismo, il lavoro di Studiovuoto è essenzialmente orientato al processo ed esplora differenti linguaggi e possibilità (installazione, arti sonore e visive, pratiche transdisciplinari dell’incontro e della creazione, pratiche performative, partecipative, e della narrazione). Le sue attività integrano la relazione corpo-spazio, la relazione col vivente, pratiche vitali di mitopoiesi e pratiche della presenza consapevole come strumenti quotidiani di osservazione, percezione, e trasformazione personale e comunitaria. In ascolto del territorio e delle sue comunità coinvolge artisti, abitanti, collettivi, e ricercatori in progetti condivisi di indagine, creazione, e autodeterminazione. Il lavoro di Studiovuoto è stato presentato ed esposto in numerose mostre, festival e istituzioni, tra le altre: Tsonami XVI, Festival de Arte Sonoro, Cile; Radiophrenia, Radio Art Festival, Glasgow; SONAR+D; CCCB - Centro de Cultura Contemporània de Barcelona; Festival Mixtur; Centro de Arte Arts Santa Monica; Metropol·linitzacions. Quinzena Metropolitna de Dansa, Barcelona; Arc en Rêve, Centre d'Architecture de Bordeaux; Cité de l'Architecture et du Patrimoine, Paris; Oscillations #2, Nantes; Süden Radio #3, Radio Papesse, CRESSON; Festival Eufonic; Centro de Arte Lo Pati, Tarragona; ISRE - Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna; Festival di Capodarco, Fermo; The Other Art Fair. Otherstage, Torino; DOCVA - Documentation Center of Visual Arts, Milano; Le Murate Progetti di Arte Contemporanea, Firenze; Giardini del Suono, Roma; Monumenti Aperti, Cagliari; Festival Internazionale della Creazione Contemporanea,Terni; Galleria Civica di Modena; Radio RAI Radio Tre; Universidad de Barcelona; Università di Lille 3; Università di Pisa; Università di Palermo; NABA - Nuova Accademia Belle Arti (Milano).